INTERVISTA A TOMMY VEE

INTERVISTA A TOMMY VEE

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Il grande pubblico ti ha conosciuto con la tua partecipazione alla quarta edizione del Grande Fratello. A tanti anni di distanza, cosa ricordi ancora volentieri di quell'esperienza? Cosa ti ha regalato il GF, e cosa invece ti ha tolto (c'è qualcosa che rimpiangi, in altre parole, di quel periodo?)
E' stata una delle esperienze piu' intense ed importanti della mia vita, un tripudio di emozioni di ogni tipo...mi ha regalato un grande amore, una grande popolarità e non mi ha tolto niente, nessun rimpianto...
Come spieghi il grandissimo successo che stai ottenendo? Hai da poco festeggiato i dieci anni di carriera. Un periodo di tempo lunghissimo per chi lavora nell'ambito della dance. Come si fa a rimanere attuali e a non diventare prevedibili, o peggio: noiosi?
Chi fa il mio lavoro gode di un quotidiano upgrade, viviamo nel fulcro del trend. In quanto alla previdibilita', non lo ritengo necessariamente un difetto: chi ti segue e ti apprezza puo' dedurre, se e' attento, dove andrai a parare.
E sempre parlando di successo: hai infranto un bel record piazzandoti così bene, e per così tanto tempo, nelle charts col tuo "First". Dal tuo punto di vista, qual è la formula azzeccata che gli ha permesso di essere apprezzato, evidentemente dati i risultati, anche da chi non segue propriamente la scena dance?
Sicuramente la popolarita' televisiva ha amplificato un fenomeno che non poteva piu' essere rilegato solo all'underground. Spero che questo possa giovare a tutti i giovani e prolifici un po' tutti i producer italiani...
Quando hai cominciato a fare il dj e quali sono le tue radici musicali?
Mio padre adora Sinatra e Ella Fitzgerald e mia mamma, Burt Bacharach. Sono cresciuto con questi artisti: in casa mia non si sentiva altro...Cantavo davanti al giradischi per ore. Poi il mio grande amore musicale è stato l'acid jazz: gli “Incognito”, per primi e Jamirioquai di cui ho un ricordo indelebile: il concerto di del '93, il primo.
Cosa vuol dire essere considerato un dj famoso?
Come ti definiresti?
Dj famoso? Direi che si ha più responsabilità quando si è dietro alla consolle.
Mi definirei: House, soul fool, tendente al pop classico con brio.
Il club internazionale e il dj che preferisci a livello internazionale.
Amnesia Ibiza e Frankie Knukles.
Quali sono gli artisti House e Dance che stimi maggiormente del panorama italiano?
«Tutti i professionisti, indifferentemente a parte i dj Bini & Martini, Cristiano Spiller, tutti i collaboratori e “fratelli” dell'Airplane records... Alex Neri, Stefano Fontana, Ricky Montanari con il quale ho un feeling e verso il quale ho un debole particolare...E tutti gli artisti del sottobosco, quelli che spesso fanno molta fatica ad emergere.
Qual è stato il primo vinile che hai comprato?
Il primo album dei Soul II Soul e della Sugarhill Gang .
Qual è stata la soddisfazione professionale più grande per te fino a questo momento? A me viene in mente remixare Laura Pausini, una grande artista ma di solito lontana dai territori della dance...Mi dai ragione?
Sono molto orgoglioso della collaborazione con una grande persona ed artista come Laura, anche remixare “Moby” due volte, però, e' stato un bel colpo ...
Secondo te quali sono state le tendenze musicali del 2005 e quali saranno quelle del 2006?
Le tendenze musicali che negli ultimi anni hanno riguardato la musica dance, erano orientate verso un gusto molto elettronico. L' elettronica è passata da un gusto per locali underground a musica anche per club. E stata considerata meno sperimentale, contribuendo a rendere un po' più freddo ed energetico il modo di vivere la discoteca e, forse, anche a ringiovanirlo un pochino ed, inoltre, a far emergere bravi dj produttori proprio in questo genere.
Per quanto riguarda il futuro e l'immediata stagione musicale, anche se non sono un veggente, basandomi sulla musica che sento in giro e sulle nuove uscite discografiche, vedo un ritorno a qualcosa di più morbido. Più glamour. Se vogliamo, più soul: una house con un sound che ricorda più quella classica degli albori. Quella degli anni ottanta.
Spiegaci come diventare dj (cosa fare, cosa comprare, trucchi, giri da frequentare,...ecc. ecc.)
C'è una cosa che tengo a rimarcare ed a dire subito: il movente del dj, soprattutto di un buon dj, è quello di diventare tale non per i facili guadagni o perchè fa “figo”, come una volta per le rockstar, per mettersi in vista e “cuccare“ di più. il motivo conduttore, il motore di tutto, deve essere innanzitutto la passione per la musica.
Secondo, tra i consigli che posso dare, c'è quello che ci vuole un fisico bestiale: non è assolutamente facile come sembra. Non esistono corsi, bisogna frequentare locali e discoteche. Guardare ed ascoltare la musica e rendersi conto di come funziona facendosi amico, magari, qualche dj. Frequentare, poi, negozi di dischi specializzati e cominciare a provare a casa con un impianto proprio, quando non hai qualche amico che ti fa provare con il suo, o una discoteca che magari ti mette tutto a disposizione per allenarti.
Che progetti hai per il tuo immediato futuro? Il tuo 2006 sarà impegnato come è stata la scorsa estate? Puoi anticiparci qualche novità che ti riguarda? Ritornerai in tv?
E' appena uscito per Universal l'album T&F vs Moltosugo, un altro progetto di cui faccio parte (con Keller mio socio nel progetto, con cui condivido anche uno studio di registrazione e firmo, come tutti sanno, i vari remix, di Laura Pausini o l'ultimo "De fact" che quest'estate ha dominato le classifiche ed il Festivalbar, cantata da Moony). L'album si chiama Finally: il primo estratto come singolo sarà cantato da Ce Ce Rogers e il titolo sarà Supamodel. Il nuovo singolo tratto dall'album First!, invece, "hit that dancefloor" con relativo video, è appena uscito. Farò poca televisione, per il momento, a parte qualche ospitata per interviste. Sono molto impegnato in un tour nelle discoteche per promuovere l'album. Il resto è top secret: c'è tanta carne al fuoco, ma non posso dire di più...
Sei da poco ritornato single. Mettendo da parte gli inevitabili strascichi dolorosi, qual è la ragazza che attira la tua attenzione? Cosa deve avere una donna per colpire Tommy Vee?
E' importante che abbia una cultura musicale solida, che il suo carattere sia in un modo piuttosto che in un altro...
Le cose importanti sono i valori e la dolcezza...
Prima del Grande Fratello eri già un dj affermato. Com'è cambiato, poi, il tuo rapporto con le discoteche?
Fortunatamente sono riuscito a dividere il più possibile quello che faccio come dj produttore con il personaggio televisivo... molti ancora non pensano nemmeno che il Tommaso Vianello sia lo stesso Tommy Vee delle discoteche, o addirittura uno dei Moltosugo con cui firmo le produzioni e i remix. Fortunatamente si sta esaurendo il momento degli autografi e alle ragazzine legate al personaggio della casa. Ho fans che mi seguono, sostengono e che vogliono vedere in me un' evoluzione. Fare il Grande Fratello mi è servito per farmi conoscere, ma la mia professione è legata alla musica. Non dovrà essere come per molti altri quella di perenne ex inquilino dalla casa più famosa della Tv.
Preferisci il ruolo di dj o del producer? Comè stato lavorare con Laura Pausini? Com'è nata? Vi conoscevate già prima?
Sono due ruoli importanti, propedeutici, si completano... per quanto riguarda Laura è bellissimo anche andarci a cena, è una persona fantastica, è semplice e vera.« Lei conosceva il mio nome e gli era piaciuto il remix del suo primo pezzo che gli avevo fatto. Ma non associava al lavoro svolto la mia faccia: l'ha conosciuta grazie al Grande Fratello che lei seguiva e mi ha richiamato, penso indifferentemente dal Grande Fratello. Così l'ho conosciuta personalmente e abbiamo continuato a vederci ed a collaborare insieme per gli ultimi lavori ».
Negli ultimi anni, sono nati molti locali simili a discoteche, cosa pensi dell'affermazione "la discoteca è il luogo per eccellenza in cui vivere la notte"?
L'affermazione è sempre valida, anche se troppe disco oggi sono piene di fronzoli: il famoso contenitore è stato riempito di troppe cose, anche banali e non sempre indicate. Allestire una mostra in disco è un fatto da circoscrivere: non tutte sono adatte e spesso non serve a nulla. Io definisco la disco la piazza degli incontri, complice il buio, il divertimento e, soprattutto, la musica. La discoteca sarà sempre uno dei luoghi ideali per trascorrere le serate, ma bisogna tornare ad una specificità e rafforzare la programmazione musicale.
Sei Dj resident a rotazione di diversi locali, le tue performance sono simili o sono preparate ad hoc a seconda della discoteca?
No non prevedo una vera e propria selezione ad hoc. Tra l'altro i locali dal punto di vista del pubblico si assomigliano molto. Sono richiesto non solo perchè sono più famoso di altri o per il Grande Fratello, ma proprio per il tipo di musica che faccio. Il sound di questi locali è solare, non acido ed elettronico da disco di tendenza per intenderci. Sono club luminosi, con pubblico prettamente femminile, frequentati da chi ama ballare.
Quali sono i tuoi club preferiti all'estero e in che cosa si differenziano rispetto a quelli italiani?
Premesso che secondo me i locali italiani sono tra i più belli, all'estero quello che mi colpisce sempre è l'estrema cura e qualità del sound system. Inoltre il pubblico e il modo di porsi rispetto all'utilizzazione della disco che non fa necessariamente vetrina, dove anche i vip si mescolano come persone comuni andando a ballarci e non a guardare.
Il mondo delle disco è in crisi? Se sì come se lo spiega?
Non è, ne più e ne meno, che come l'andamento degli altri settori: se c'è una crisi generale, anche la discoteca ne risente un po'.
L'Italia è ancora indietro rispetto all'estero a livello di sperimentazione e genio musicale?
No, c'è solo più diffidenza e difficoltà di promozione. Siamo troppo legati alla melodia in Italia. Sperimentano di più gli inglesi ed i tedeschi: sono più freddi e meno legati a tradizioni.
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Intervista a cura di Gabriella Esposito addetta stampa del Cromie Disco.
Fonte:

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