FINALI DI CONFERENCE

FINALI DI CONFERENCE

[testo rosso>Sempre più avvincenti queste finali di Conference: se ad Ovest i Suns trovano la forza di andare a vincere gara-4 sul parquet degli Spurs: 111-106 il finale (mai nessuna squadra di Nba ha recuperato un passivo di 0-3), ad Est Detroit supera Miami 106-96 e porta la serie sul 2-2. Intanto la stampa rivela: Brown a fine stagione diventerà il presidente dei Cleveland Cavaliers. Nel dettaglio le gare 4:[/testo>
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San Antonio (2)-Phoenix (1) 106-111 (San Antonio conduce la serie 3-1)
Con le spalle al muro, i Suns trovano la forza di andare a vincere gara-4 sul parquet degli Spurs (111-106 il punteggio), evitando così il tanto temuto cappotto. Sentenza ormai scritta e solo rimandata? Forse, ma intanto Phoenix si e' guadagnata la possibilità di giocarsi gara-5 davanti al proprio pubblico, con l'obbiettivo di vincerla per tornare a San Antonio e spaventare gli Spurs. Se Phoenix giocherà con la stessa intensità mostrata nel match di lunedì, il miracolo potrebbe anche accadere. Nessuna squadra nella Nba però ha mai recuperato un passivo di 0-3.
“Non dobbiamo pensarci - commenta il coach dei Suns Mike D'Antoni - il nostro unico obbiettivo deve essere quello di vincere gara-5, poi vedremo”. Certo Phoenix con un Joe Johnson in buone condizioni e' una squadra molto più pericolosa rispetto a quella vista nelle prime due gare della Finale della Western Conference. La guardia dei Suns si fa subito sentire sia in attacco, ricamando canestri di pregevole fattura, sia in difesa con i suoi continui raddoppi su Tim Duncan che alla fine diventeranno una delle chiavi del match. I Suns giocano una buona pallacanestro nella prima parte del match ma nel secondo quarto devono fare i conti con il solito Manu Ginobili. San Antonio, guidata dall'argentino, prende coraggio in attacco e va al riposo avanti di sette punti.
All'inizio del terzo quarto però Phoenix dimostra grande carattere. L'intensità' difensiva della truppa di Mike D'Antoni sorprende San Antonio, in attacco poi Amare Stoudemire, ben imbeccato come di consueto da uno Steve Nash tornato sui suoi livelli dopo aver steccato gara-3, domina la zona pitturata e i Suns sorpassano San Antonio con un parziale di 12-4. Phoenix limita Tim Duncan il quale soffre i raddoppi di Johnson e fa troppa fatica dalla lunetta (3/12 dopo un eccellente 15/15 in gara-3). Il match però si decide nelle battute finali. Le triple di Bruce Bowen e Robert Horry riportano gli Spurs a -1 a 1'03'' dalla sirena, Stoudemire allora decide di caricarsi sulle spalle i Suns.
Il fenomeno di Phoenix prima realizza il canestro del 109-106 con un layup dopo un assist da circo di Nash, poi firma una delle giocate più spettacolari di questi playoff. Stoudemire, infatti, mette a referto una stoppata fantascientifica a 36'' dalla fine del match rapinando Tim Duncan di un canestro sicuro. Ma la ciliegina sulla torta arriva pochi secondi più tardi quando Amare cattura con grande determinazione un rimbalzo offensivo, dopo l'errore al tiro di Johnson, serve Nash il quale con due liberi mette in naftalina il risultato. Phoenix così rovina i piani di San Antonio trascinando la serie a gara-5.
San Antonio: Ginobili 28 (8/16, 3/6), Horry, Duncan e Bowen 15. Rimbalzi: Duncan 16. Assist: Ginobili 7. Phoenix: Stoudemire 31 (13/23), Johnson 26, Nash 17. Rimbalzi: Marion 14. Assist: Nash 12.
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Detroit (2)-Miami (1) 106-96 (la serie è sul 2-2)
Prima di gara-4 Larry Brown se la prende con i giornalisti, rei di aver rivelato all'America quello che nella Nba viene considerato il segreto di Pulcinella. Il coach dei Pistons, infatti, al termine della stagione lascerà la panchina e passerà dietro a una scrivania, diventando il presidente dei Cleveland Cavaliers. Brown continua a negare e soprattutto sostiene che questa strana situazione non è assolutamente una distrazione per la sua squadra.
Gara-4 conferma la tesi di coach Brown. I Pistons, infatti, giocano con grandissima concentrazione dal primo all'ultimo minuto, disputano forse la loro migliore partita della postseason e pareggiano i conti nella serie battendo gli Heat 106-96. "Noi a certe cose non pensiamo - commenta Chauncey Billups - dobbiamo solo preoccuparci di Miami, quello che succederà al termine della stagione in questo momento non ci interessa assolutamente". Il primo tempo dei campioni in carica è da manuale. Detroit riesce a centrare tutti gli obbiettivi che si era prefissata. Limita il pericolo pubblico numero uno, Dwyane Wade, carica di falli Shaquille O'Neal (sul parquet per soli otto minuti nei primi due quarti), non commette nessun turnover e, oltre a difendere come sa, riesce addirittura a segnare 60 punti, contro i 46 di Miami.
Rasheed Wallace e Rip Hamilton prendono subito confidenza con il canestro e Detroit getta così le basi per un comodo successo. Nella ripresa un Wade altalenante prova a dare la scossa agli Heat. Con Shaq in campo Miami dimostra di poter far paura ai campioni in carica e riesce ad arrivare al -5 (70-65), prima però di dare via libera ai Pistons quando Shaq incassa il suo quarto fallo a 3'05'' dalla fine del terzo quarto. Detroit torna a spingere sull'acceleratore e si porta a distanza di sicurezza. In attacco i Pistons non sono disciplinati come nel primo tempo, ma continuano a giocare con altruismo, trovando così soluzioni comode. Il parziale di 9-1 a metà dell'ultimo quarto chiude definitivamente i conti. Detroit vince e riporta la serie sul 2-2.
"Sono deluso perché non abbiamo difeso con la giusta intensità - dice il tecnico di Miami Stan Van Gundy -, i Pistons hanno giocato una grande gara e io mi complimento con loro, però mi aspettavo qualcosa di più da parte dei miei giocatori".
Detroit: Hamilton 28 (10/17, 0/1), R. Wallace 20, Billups 17, Prince 15. Rimbalzi: B. Wallace 15. Assist: Hamilton 8.
Miami: Wade 28 (10/20, 0/2). Rimbalzi: E. Jones 10. Assist: Wade 6.
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