NIGHTGUIDE INTERVISTA GLI ERADIUS

NIGHTGUIDE INTERVISTA GLI ERADIUS

Il progetto Eradius nasce a Verona nel 2016 dalla voglia di esprimersi e di comporre musica originale di Richard (Londra, classe 1994) e Edoardo (Verona, classe 1991). La loro particolare formazione si ispira alla formazione britannica dei Royal Blood che, utilizzando un originale sistema di pedali, riesce a simulare la presenza di una chitarra e di un basso contemporaneamente. Il genere si lega anche a gruppi come Rage Against The Machine e Tool, portando con sé tutte le influenze raccolte nel corso degli anni dai due musicisti su numerosi palchi e con diverse formazioni, non solo rock. Infatti i due suonano già insieme in un gruppo cover Blues/Swing da tre anni, e con questa formazione hanno fatto più di 150 date in tutta Italia.  L'intenzione è quella di esprimere se stessi con il linguaggio che più è congeniale, facendosi ascoltare il più possibile.
Ora gli Eradius presentano il loro omonimo debut album. Il duo propone un genere stoner rock, sonorità e testi influenzati fortemente da gruppi storici come Rage Against The Machine, Tool e Muse.
Li abbiamo intervistati.
 



 
 
Come nascono e chi sono gli Eradius?
Siete un duo stoner: come va avanti la convivenza?
Nasciamo circa due anni fa, dalla voglia di esprimere noi stessi attraverso la musica che ci sentivamo più addosso, saturi di progetti che si esaurivano in sala prove cercando di costruire scalette infinite di cover. Volevamo dire la nostra a modo nostro senza preoccuparci di piacere per forza a tutti. Essere in due ha velocizzato questo processo, più teste portano a più opinioni e a un generale rallentamento, e poi non necessitiamo di un gruppo whatsapp! È naturale che non sempre si è d'accordo su tutto, ma se alla base c'è rispetto reciproco e professionalità, non c'è litigio che possa comprometterci.
 
Avete già fatto molti concerti e vinto alcuni premi; come sta andando l'Eradius Tour?
Molto bene, questo tour sebbene all'inizio ci ha permesso di suonare in luoghi e situazioni che mai prima avevamo affrontato. Per ora siamo in Italia, ma il nostro mirino è puntato Oltralpe, siamo intrepidi nel volerci misurare con il pubblico europeo.
 
Chi ha realizzato l'artwork del disco?
Tom Colbie, un artista veronese che ha già realizzato gli artwork di artisti internazionali, uno fra tutti Marco Minneman, il virtuoso batterista dei Aristocrats. L'artista lascia libera interpretazione al disegno da noi scelto come copertina, a noi ci ha ricordato subito “Aliens”, una canzone dell'album, dove l'uomo si scopre alieno in casa sua, non riconoscendola dopo averla irreversibilmente rovinata.
 
Qual è il messaggio che volete portare al pubblico con il vostro disco Eradius?
Il nostro primo disco ha come tema conduttore una protesta verso tutto ciò che per noi è sbagliato nella società di oggi, dalla politica alla religione, dal web alle dipendenze, ecc. Non vogliamo tuttavia schierarci, né porci presuntuosamente al di sopra di tutto, ma semplicemente limitandoci a denunciare le ingiustizie che viviamo e vediamo.
 
La scelta dei singoli Democrazy e Medusa in che modo è stata fatta?
“Democrazy” è stata la prima canzone, quella che ha dato il via a tutto il progetto, ci sembrava oneroso metterla ufficialmente sul nostro biglietto da visita. “Medusa” invece possiamo dire che è la canzone che forse ci rappresenta di più, musicalmente parlando, racchiudendo tutte le influenze che fanno da base per la nostra musica, Stoner, Crossover e Funk.
 
Chi sono gli artisti o le band della scena contemporanea che amate di più?
Seguiamo sicuramente i Royal Blood che ci hanno dimostrato che con basso e batteria si può suonare rock. E poi seguiamo i grandi baluardi del genere come Foo Fighters, Queens of the Stone Age, e Muse, ma anche band come Stray From the Path, What A Funke Destrage. Poi ascoltiamo di tutto, per esempio The Bloody Beetroots, Twenty One Pilots, Salmo, Snarky Puppy, e chi più ne ha più ne metta. Cerchiamo di tenere allenate le nostre orecchie a restare più aperte possibile verso tutta la musica.
 
Come vi vedete tra dieci anni?
Ancora con gli strumenti in mano, cercando come sempre di divertirci.

eradius, intervista, primo disco

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