Giuliano Sangiorgi rivela l'incontro con il re del rap
“A Taranto ho conosciuto Jovanotti”
“Allo studio di registrazione preferisco il 'live', la nostra dimensione migliore”
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Taranto doveva essere e Taranto è stata. Giuliano Sangiorgi e soci sono stati accolti da una enorme ovazione, durata quasi due ore. Nemmeno una sola pausa per rifiatare fra una canzone e l'altra.
“Sul palco ci sentiamo a nostro agio, é la nostra dimensione perfetta: non riuscirei mai a cantare senza provare emozioni o senza sentire una forza interiore che mi spinge a comunicare qualcosa al pubblico, alla gente che mi sta di fronte; così, a pelle, trovando molto naturale scrivere, faccio più fatica a dare il meglio dal vivo”.
Nonostante l'America, dove avete realizzato l'ultimo album, le vostre canzoni hanno un suono molto italiano.
“E' il nostro stile. Non saprei cantare in altro modo se non in questo e anche gli altri della band hanno ormai acquisito sicurezza nello scrivere musica. Quello che più ci ha ispirato dell'America è il paesaggio. Abitavamo a Corte Madera, vicino Sausalito e San Francisco. A pochi chilometri da noi, c'era la prigione di San Quentin, con il suo braccio della morte. Il giardino della nostra casa dava sul retro della Baia. Abbiamo avuto la fortuna di vedere tramonti e albe incredibili”.
La collaborazione con Jovanotti, da "Cade la pioggia" con voi, a “Safari” per lui.
“Sono sempre stato un fan di Lorenzo, da quando ero un ragazzino. Tempo fa ci siamo conosciuti per un concerto proprio a Taranto, due estati fa. E' stato qui che abbiamo scoperto di provare stima reciproca. Così, è nata anche la nostra collaborazione”.
(Tarantosera, venerdì 21 novembre)
Un personale ringraziamento alla redazione del Tarantosera per la gentile concessione.
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