SAM RUFFILLO: L'INTERVISTA ALL'ARTISTA BOLOGNESE SULLE PIATTAFORME CON 'TIPO COSÌ",  L'ALBUM DI DEBUTTO PER LA TOY TONICS

SAM RUFFILLO: L'INTERVISTA ALL'ARTISTA BOLOGNESE SULLE PIATTAFORME CON 'TIPO COSÌ", L'ALBUM DI DEBUTTO PER LA TOY TONICS


"Tipo Così" è il tuo album di debutto dopo diversi EP. Cosa rappresenta per te questo traguardo e perché questo titolo? 
 
È un traguardo importante e sono davvero contento di averlo raggiunto. Questo album celebra un capitolo fondamentale del mio percorso: ho dato una casa ai pezzi in italiano che mi hanno fatto conoscere negli ultimi anni. Il titolo viene dal brano House Tipo Così, che apre l'album. Con la label abbiamo pensato fosse perfetto per riassumere lo spirito del disco: non segue canoni rigidi, è semplicemente come voglio e posso farlo io. Tipo così, appunto. 
 
L'album è descritto come un mix di House classica, Funk romantico e vibrazioni Italo. Come sei riuscito a fondere questi generi in un sound coerente e personale?
 
Quello che mi ha sempre affascinato ascoltando certi album è la varietà: pezzi dritti, storti, mid tempo, pazzi.. di generi diversi, in teoria incoerenti. Il trait d'union, secondo me, è la persona che fa il disco: la somma delle parti e lo stile. Non ho cercato di fondere i generi, le cose sono venute così perché le faccio così, aldilà del colore o del sapore di ogni brano. 
 
Perché hai scelto di registrare tutto a Bologna e in che modo la città ha influenzato il sound dell'album? 
 
Bologna perché amo questa città: l'ho scelta come casa, ci vivo da quasi vent'anni e ho quasi sempre lavorato nel mio home studio. La città ha influenzato il mio nome d'arte e mi ha accolto fin da quando ero all'inizio. Ho collaborato con Irma Records prima di approdare a Toy Tonics e la scena locale (house, jazz, beatmaker, hip hop) è sempre stata viva. Ci sono tantissimi artisti incredibili qui, e tutto questo ispira e fa crescere. 
 
L'album è in italiano ma viaggi per il mondo. Quanto è importante per te mantenere questa identità linguistica in un contesto dance internazionale? 
 
In realtà non è così determinante come potrebbe sembrare. L'album nasce dall'idea di esprimere musicalità e lingua italiana in un contesto dance che sia godibile per me. Ho iniziato a fare pezzi in italiano insieme a Ninfa perché, in quel periodo, ero stanco di replicare Chicago, Detroit, Londra o Berlino. Volevo essere me stesso, italiano. Ma comunque non amo fossilizzarmi: oggi è così, domani chissà.. magari il prossimo sarà in inglese o spagnolo. 
 
Ninfa appare come voce solista in molte tracce e ha un lungo background di dj appassionata di sonorità crossover. Come è nata questa collaborazione e cosa ha portato al progetto? 
 
È una collaborazione nata anni fa. Insieme avevamo un progetto electro/techno/house chiamato BS1 (uscivamo su Boysnoize Records) e da allora lavoriamo sempre bene insieme. La sua voce ha dato un'identità forte al progetto: non è una cantante classica, ma proprio per questo, il suo timbro e il suo modo di esprimersi aggiungono un valore unico. È libera, creativa, anarchica.. e io adoro questo approccio. 
 
Tra i brani ci sono rewrite di pezzi già acclamati come "Perfetta Così" e "Danza Organica". Cosa hai voluto aggiungere o cambiare nelle versioni definitive? 
 
Non ci sono cambiamenti drastici, ma piccoli update di arrangiamento: nuovi cori, beat aggiornati su Perfetta Così, nuova struttura per Danza Organica con produzione addizionale, e lo stesso per Chiamami Subito o Es Buena: nuove ritmiche, cori e dettagli produttivi che rendono tutto più fresco e adatto al disco. 
 
Com'è essere un artista italiano in una label tedesca come Toy Tonics? Come ha influenzato la tua crescita? 
 
È interessante e stimolante. Toy Tonics ha una mentalità internazionale: ti permette di crescere senza perdere la tua identità e ti spinge sempre a fare meglio. Mi ha aiutato a definire meglio il mio sound e a capire come muovermi nel mondo della musica a livello globale. Io porto il mio lato italiano nel sound e nella mia visione, in un contesto diverso, e questo è prezioso. 
 
Il tour ti porterà negli Stati Uniti a novembre. Cosa ti aspetti dal pubblico americano e come presenterai l'album dal vivo? 
 
Mi aspetto grandi figate e tante emozioni: gli Stati Uniti sono il secondo paese dove ho più ascolti e non vedo l'ora di suonare lì. È un mercato importante e sono pronto. Suonerò vari pezzi dell'album nei B2B con Kapote, anche in versioni rieditate ad hoc per i DJ set. 
 
Dopo questo album, quali sono i tuoi prossimi obiettivi artistici? 
 
Probabilmente lavorerò a un nuovo EP mio, ancora da definire del tutto, più un altro EP insieme a Kapote (il primo, Robot Salsa, è andato molto bene). Ho in programma anche una label di edits e rework insieme a Fimiani. Ho tante idee in cantiere, sia in italiano, sia in inglese, sia strumentali. Per ora mi godo questo momento e l'uscita dell'album, poi vediamo cosa suggerirà l'universo. 
 
Nightguide è molto attento alla scena dei club e dei concerti. C'è un aneddoto legato a un club di Bologna, del presente o del passato, che ti ha reso orgoglioso della tua città? 
 
Non ho aneddoti particolari, ma negli anni sono stato spesso ispirato dagli artisti che ho visto suonare a Bologna nei vari club: al Locomotiv, al Dumbo, allo Sghetto, al Cassero, allo Studio54, al Link e al Robot Festival, dove poi ho avuto anche la fortuna di suonare. Bologna ha uno spirito musicale unico e questo mi rende orgoglioso della mia città.
 
 





 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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