Nightguide intervista Sarah Stride

Nightguide intervista Sarah Stride


Sarah Stride ha fatto quello che, forse, pochi avrebbero il coraggio di fare: ha preso le sue canzoni e le ha affidate a vari producer, uno fra tutti Howie D, e ha lasciato loro totale libertà di movimento con le sue creazioni. Il risultato è Remixes EP, una rielaborazione dodici mani di sei dei suoi brani da parte di altrettanti producers. Cantautrice italiana attiva sulla scena indipendente da anni, Sarah Stride è un'artista poliedrica e impegnata, fra le altre cose, anche nell'ambito dell'arteterapia in ambito psichiatrico. Prima che gli assassini, il suo ultimo album, è del 2018.





Ho sempre pensato che la propria musica, per un artista, sia sempre preziosa e, con limiti che variano da persona a persona, intima. Com'è stato mettere i propri pezzi in mano ad altri? E come mai hai deciso di farlo?
Certo che lo è, in maniera assoluta. In questo caso però i brani erano già stati pubblicati, esattamente nella forma che ho voluto insieme a Simona Angioni e Kole Laca che li hanno composti insieme a me e una volta che un processo creativo si è concluso, l'opera non ti appartiene più ed è libera di andare dove deve andare. In questo caso l'idea dei remix è nata proprio per dare nuova vita ad un disco che abbiamo amato moltissimo e che meritava di essere scoperto anche sotto un'altra veste.


Restiamo sul tema: hai lavorato con loro o ascoltare la tua “nuova” musica è stata una sorpresa? Cosa hai provato ascoltandola?
Una grandissima sorpresa! Mi ha molto emozionata sentire il contributo e la visione di ognuno dei produttori su dei brani a cui sono visceralmente legata e che sono abituata a sentire nella loro veste originale. La cosa che mi ha più colpita è stato sentire quanto fosse potente l'ossatura dei brani stessi e di come, nonostante fossero stati stravolti sul piano timbrico, ritmico, armonico e di stesura continuassero a mantenere fortemente la loro identità primigenia.


Con quale criterio sono stati assegnati i brani? I producer li hanno scelti da soli o gli sono stati proposti?
I producer hanno scelto e arrangiato in totale autonomia.


Te lo devo chiedere, perché Howie B è un gigante nel mondo della produzione: com'è lavorare con lui, e come siete entrati in contatto?
Come tutti i giganti, Howie è una persona di una disponibilità e gentilezza incredibili. Lo conobbi tanti anni fa durante la lavorazione di un evento di musica elettronica e video arte per il quale lui stava curando la produzione artistica e io avevo partecipato ad un video. Mesi dopo gli mandai i miei brani da ascoltare e mi rispose immediatamente e con grandissima attenzione. Da li in poi siamo rimasti in contatto negli anni e abbiamo lavorato ancora insieme su alcune mie produzioni, ricordo una volta in studio in cui non riuscivo ad “entrare” nel brano, lui dopo pochissime take mandò via tutte le persone presenti in studio, tranne il fonico, mi portò fuori a bere una birra e appena rientrati, buona la prima!


Cambiamo decisamente argomento: so che sei attiva nel campo dell'arteterapia in ambito psichiatrico: in un momento come questo, in cui non solo siamo stati chiusi in casa per quasi due mesi (e alcuni anche di più) ma ci apprestiamo a tornare fuori con tutti i cambiamenti, le modifiche e le insicurezze che si aggiungono alla vita quotidiana l'arte e la musica quanto possono aiutare? E credi che sia possibile modificare il pensiero di moltissime persone che li vedono come un settore di importanza secondaria in questa ripresa in arrivo?
Ho impostato e basato tutta la mia vita sul fatto che l'arte, la creatività e la necessità di dare una forma al proprio sentire fossero il principale motore del proprio benessere e della propria pienezza. A maggior ragione in un momento di transizione come questo, dove siamo stati chiamati ad un tempo di ascolto, di sospensione e quindi di maggiore contatto con noi stessi ecco che la capacità creativa, che tutti possiedono, diventa l'alleato guida per imparare a “stare” nel momento presente e a poter godere semplicemente di quello che c'è. Ora, le polemiche che potremmo sollevare rispetto alla percezione dell'importanza della musica e dell'arte in generale sono veramente infinite, quello su cui ho bisogno di soffermarmi invece è il pensiero che l'umanità sia in un grande processo di mutazione e che una nuova consapevolezza, su ciò che veramente è importante e significativo, si stia pian piano facendo strada in profondità forse ancora poco visibili.


Domanda a cui non scappi numero uno: cosa fa un'artista poliedrica come te quando è in lockdown, chiusa in casa?
Cucina tantissimo, fa ginnastica, meditazione e guarda un milione di film! Ovviamente in casa nostra tutto ruota intorno alla necessità espressiva quindi suoniamo, scriviamo, giriamo piccoli video, facciamo lezione, inventiamo progetti costantemente... Io però mi trovo in un momento molto delicato della vita perché sono in gravidanza e sinceramente un allentamento forzato della frenesia a cui sono abituata, una gestione più quieta delle cose e la possibilità di stare più “raccolta” è stata una grande scoperta oltre che un regalo enorme.


Domanda a cui non scappi numero due: quali sono i tuoi tre dischi preferiti?
Ahhhhhhhhhhh ok vado di getto...
Black Star di Bowie, Anime Salve di De Andrè, Kid A dei Radiohead.

interviste musica, remixes ep, sarah stride

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