Nightguide intervista Alessandro Quarta

Nightguide intervista Alessandro Quarta


Alessandro Quarta polistrumentista, compositore e soprattutto violinista salentino, ha pubblicato ad Agosto "Alessandro Quarta plays Astor Piazzolla", un tributo al riformatore del tango. Durante quest'estate, Alessandro Quarta ha portato in tour il suo album ed è stato ospite di alcune delle date del tour de Il Volo, fra le quali quella di Settembre all'Arena di Verona. Dorian Gray, uno dei brani che ha scritto e arrangiato, ha ottenuto un grandissimo successo ed è stato suonato dal vivo in chiusura del tour di Roberto Bolle, Roberto Bolle&Friends. Abbiamo avuto l'occasione di parlare con lui del suo disco e della sua musica.


Domanda generica: in Italia impazziamo per violinisti come Ara Malikian o David Garrett: cosa ci vuole perché un violinista riesca a riempire i palazzetti dello sport come fanno loro, e come fai tu visto che sei stato acclamato in mezzo mondo e hai vinto davvero tanti riconoscimenti?
Sinceramente penso sia perché le persone riescono a vedere in me tanta autenticità in quello che faccio, in più cerco sempre di svecchiare il vilino da quegli stereotipi classici e formali di cui è rivestito.


Suoni con Il Volo, hai pubblicato Alessandro Quarta plays Astor Piazzolla, componi, suoni per colonne sonore, lavori con la musica classica e con artisti come Alberto Bolle: in che modo riesci ad essere così poliedrico, come riesci a contenere così tanta musica così diversa? Come funziona la tua curiosità nel mondo musicale?
Penso che sia dovuto al fatto che per me i generi musicali non esistono, per me la msuica è una e mi appassiona tutta. Sono sempre alla ricerca di stimoli nuovi, la musica del resto è la mia vita.


Domanda strana: c'è un artista completamente estraneo dal tuo mondo musicale con cui vorresti assolutamente collaborare, e perché?
Mi piacerebbe lavorare con Sting, amo la sua musica e come pensa la sua musica.


Fra tue date soliste e gli appuntamenti con Il Volo come è andata, e come ti senti a suonare musica diversa a seconda dei palchi su cui sali? Cosa cambia fra le tue esibizioni soliste e quelle con Il Volo?
Con loro sul palco io mi sento il quarto cantante anche mentre suono il violino, anche nelle mie composizioni io scrivo sempre per un cantante, mai per il violino fine a se stesso nonostante sia io a eseguirlo o qualcun altro a cantare. Mi piace molto cantare con loro insieme al mio violino e amo cantare con altri artisti. Non canto nel vero senso della parola, e meno male: sono terribile quando lo faccio, canto a bocca chiusa col cuore aperto e col violino in braccio. Quindi mi piace spaziare nei miei concerti sono tutte esperienze nuove che mi arricchiscono.


Pensi al violino e pensi ai grandi compositori del passato, ma in realtà è uno strumento che si adatta ad ogni tipo di musica: rock, metal, punk: il violino può essere di tutto. Come è nato l'amore per questo strumento per te, e quale credi sia la ricetta giusta per farlo arrivare a tutti, togliendogli di dosso la “patina” di musica classica che per molti si porta ancora dietro?
Ero talmente piccolo quando mi innamorai del violino che sinceramente non ricordo, avevo forse due anni, mi ha sempre affascinato. Come dici tu sembra impensabile che un violino possa interagire con le emozioni di un'anima rock che va a sentire allo stadio Vasco o i Rolling Stones, io in primis amo suonare il rock, sono un rocker e un bluesman dentro di me. In realtà anche Beethoven è rock, se senti una quinta di Beethoven ti accorgi che è così potente e rock. La bellezza melodica dei grandi compositori come Mozart e la profondità degli abissi dell'architettura di Bach, sono tante le situazioni che oggi definiamo come musica classica ma io odio le etichette, la musica è una. Come disse Leonard Bernstein quando scrisse West Side Story non esiste musica leggera o musica classica, esiste musica bella e musica brutta. Penso che sia necessario far arrivare questo al pubblico, spogliare il violino dal suo frack.


Quali sono i tuoi tre dischi preferiti in assoluto?
Per me è impossibile racchiudere tutto ciò che amo e di cui mi sono nutrito in soli 3 album, anche perchè amo spaziare negli stili più diversi sia nei miei Concerti che nell'ascoltare Musica a casa o in macchina, amo essere eclettico sia nella scrittura che nell' interpretazioni delle partiture classiche, rock, Jazz, pop, Soul e da Film. Le emozioni vissute in una sola giornata sono moltissime e vanno di pari passo con le emozioni di un brano o di un album musicale, perchè una giornata con una sola emozione mi risulterebbe monotona. Adoro l'ecletticità emotiva, quindi musicale. Un concerto con un solo stile dinamico (non stilistico musicale ovviamente) non lo sopporterei, ho bisogno di spaziare nei colori, nelle dinamiche, nelle emozioni. Ho bisogno della tristezza e della gioia, l'assenza di una porterebbe alla monitoria dell'altra. 
Ma se dovessi scegliere 3 album da ascoltare in una sola giornata sceglierei “Nothing But The Best di Frank Sinatra”, “il 2* Concerto di Rachmaninov interpretato da Sviatoslav Richter” e “Thriller di Michael Jackson”. Ovvio che potrei dirtene altri 1.000 sempre dei miei Preferiti, per il motivo di cui ti ho scritto sopra.


Hai qualche consiglio per chi inizia a suonare adesso?
Consiglio di studiare seriamente e tanto, sacrificarsi e non credere a quello che ci sta insegnando la televisione, ovvero che si diventa importanti in poco tempo. Serve studiare e impegnarsi tanto.
 

alessandro quarta, interviste musica

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