Speciale Sziget - Nightguide intervista i Black Mountain, ultimo pilastro del rock psichedelico

Speciale Sziget - Nightguide intervista i Black Mountain, ultimo pilastro del rock psichedelico

Destroyer è il titolo del nuovo disco dei Black Mountain, sesto studio album della band di Vancouver, uscito in primavera su etichetta JagJaguwar, che ha goduto della collaborazione di elementi di prestigio quali Kliph Scurlock (Flaming Lips), Kid Millions (Oneida) e John Congleton (St. Vincent, Swans).
 
Considerati come uno dei massimi esponenti del nuovo sound psichedelico mondiale, i Black Mountain ci hanno concesso una brevissima intervista subito prima di esibirsi sul Mastercard Stage dello Sziget Festival lo scorso 13 Agosto a Budapest.


Nightguide. Mi piacerebbe parlare del disco uscito a Maggio, Destroyer: avete fatto davvero un passo molto in avanti con la vostra musica e le vostre performances, e tutti i giornali dicono che avete creato un nuovo pilastro del rock psichedelico. Cosa pensate di queste aspettative per questo album e del sentiero che state tracciando con la vostra musica?
Stephen MacBean. Abbiamo creato un pilastro?
 
Si, lo dicono tutti.
SM. Non saprei, è bello da sentire. Non pensiamo a cose del genere quando facciamo un disco, ma siamo felici che sia venuto così bene (ridono).
 
Ho ascoltato Destroyer, e ci sono tante cose che non si sentivano più da tempo, quindi la comparazione con la musica anni '70 e primi anni '80 viene facile. Era nelle vostre intenzioni attingere a delle sonorità degli d'oro del rock?
SM. Parli delle influenze che ci sono nel disco?
 
Più che altro parlo del fatto che Destroyer sembra un po' diverso da quello che facevate prima, come se fosse cambiato qualcosa.
SM. Si, ci sono persone diverse nel disco, quindi quello è cambiato...credo che il processo creativo sia stato forse più fluido del solito, più persone, non necessariamente nel senso dei musicisti, ma anche il produttore...Siamo un po' più in sincronia su ciò che vogliamo fare e dove vogliamo fare. Da quando Amber (Webber) e Joshua (Wells) hanno lasciato la band  non sapevamo cosa sarebbe successo, e quando abbiamo deciso questo disco abbiamo fatto qualcosa di più forte, che catturasse il nostro spirito.
 
Forse nei prossimi 10 anni quando ripenserete ad oggi, questo sarà il momento clou, quello in cui avreste potuto mollare tutto e invece avete deciso di continuare e ricominciare.
SM. Si, probabilmente...ero con Jeremy in giro, forse eravamo sbronzi, e qualcuno da detto: Wow, non posso credere che i Black Mountain siano ancora attivi dopo 15 anni! E io ho pensato, oh si...e poi?
Jeremy Schmidt. E' svenuto!
SM. Sai, non ha senso restare attaccati al passato: magari farai il tuo disco migliore, magari farai un disco orribile, magari ne farai uno che ti spingerà davvero avanti. Non lo saprai finché non l'avrai fatto e il mondo non l'avrà ascoltato. L'importante è che suoni come i Black Mountain.
 
E' bello vedere come a volte l'approccio delle band con la loro musica cambi: a volte ci sono band che decidono di fare il loro capolavoro, un concept album, hanno un sacco di idee e arrivano a un risultato che non interessa a nessuno, e poi ci sono band che lavorano normalmente e il successo arriva inaspettato.
SM. Si, avevamo parecchie cose in testa, visioni, un gruppo di canzoni e riferimenti di produzione ad album che amiamo.
JS. Le canzoni che abbiamo ora dipendono da come sono nate, da come ci relazioniamo gli uni con gli altri, non ci sediamo insieme al buio per scrivere (ride).
 
Un'altra band che suona un genere simile al vostro, e non faccio nomi, qualche settimana fa mi ha detto che probabilmente il rock, come genere, è morto. Che ne pensate?
SM. Il rock è morto dalla fine degli anni '70, ora c'è l'era del post rock...o come lo vuoi chiamare.
 
Quindi credete che non ci sia un futuro per il rock?
JS. In realtà non mi interessa, voglio dire: il rock è importante per me, amo la storia del rock, ma quello che è importante è ciò che succede ora. Mi piacciono cose vecchie e cose nuove, non amo l'idea di idolatrare le vecchie band. Il rock è qualcosa con cui lavorare, è come creta, non un fossile da tirare fuori di creature che magari nemmeno esistevano (ride).
 
Voglio fare una domanda che faccio a tutti: cosa rappresenta la musica per voi, in 3 parole?
SM. Un gran divertimento.
JS. Non ho capito la domanda.(ridiono) Oh! Guidare, non dormire. (ride)

Intervista e foto a cura di Luigi Rizzo 
 
 

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