Nightguide intervista Tom Walker, n° 1 nelle classifiche con il suo debut album  “What A Time To Be Alive”

Nightguide intervista Tom Walker, n° 1 nelle classifiche con il suo debut album “What A Time To Be Alive”

Il viaggio di Tom Waker inizia a Glasgow nel 1991, il 17 dicembre, dove rimane tre anni prima di trasferirsi con la famiglia in una piccola cittadina vicino a Manchester. Tom scopre di amare la musica molto presto e compra la sua prima chitarra a 13 anni. Rimane letteralmente folgorato da “Thriller” di Michael Jackson (ancora oggi il suo album preferito) e, a differenza dei suoi compagni di classe, si appassiona al rock degli AC/DC e dei Foo Fighters ma anche alla musica degli Underworld, dei Prodigy e dei Muse. Importantissima in questa fase è l'influenza del padre sia per i gusti musicali che per l'incoraggiamento che riesce a infondere al figlio.

 
Dopo essere riuscito a recuperare il materiale per registrare a casa, Tom inizia a scrivere canzoni, ma non riesce a trovare nessuno nel Paese in cui vive che riesca a suonare con lui, così inizia a studiare da solo. Frequenta il college e impara il basso e la batteria per poi iniziare finalmente a suonare nella sua prima band. Prima di riuscire a ottenere i risultati sperati con la musica, però, Tom deve affrontare una serie di lavori non molto gratificanti per lui. Si iscrive a un corso di laurea in songwriting alla London University. Anche la vita a Londra diventa materiale perfetto per un cantautore: vive in un appartamento piuttosto discutibile insieme ad altre 12 persone che ben presto diventano un po' la sua famiglia.

 
Dopo il successo planetario di “Leave A Light On” (doppio disco di platino), dopo essersi esibito sul prestigioso palco del Festival di Sanremo, ospite di Marco Mengoni con cui ha duettato in “HOLA (I Say)” (platino), e dopo essersi aggiudicato il “British Breakthrough Act” ai Brit Awards 2019, il cantautore multiplatino TOM WALKER è arrivato in Italia con il suo debut album “What A Time To Be Alive” pubblicato il 1 marzo 2019 via Sony Music, con 3 strepitose dato che l'anno visto esibirsi il 23 giugno al Teatro Romano di Verona in occasione del Rumors Festival, il 24 giugno alla Corte degli Agostiniani di Rimini per la rassegna Percuotere La Mente e il 25 giugno ai Giardini Di Castel Trauttmansdorff di Merano per il World Music Festival. Una quarta data si è aggiunta recentemente e riporterà il cantante scozzese in Italia il 15 ottobre alle OGR di Torino. Tutte le date sono organizzate da Comcerto Musica.

 
Noi l'abbiamo incontrato il 23 giugno poco prima che si esibisse nella prima data di Verona e questo è quello che ci ha raccontato.



NG. Ciao Tom, come è andato il viaggio? Pronto per il concerto di questa sera?
Tom Walker. Si dai possiamo dire che va tutto bene adesso. È stata una giornata movimentata.

 
NG. Si, ho sentito che hai avuto problemi con i tuoi strumenti?
TW. Si, mi hanno rubato la chitarra oggi a Verona. Non sappiamo bene dove, e la cosa mi ha turbato, ma è andata così.

 
NG. Come sta andando con questo album? È uscito pochi mesi fa.
TW. Si, tre o 4 mesi fa. È arrivato primo in UK e abbiamo venduto un milione di copie, è incredibile!

 
NG. Hai avuto un percorso molto diverso dalla maggior parte dei nuovi artisti: è uscito prima un singolo, poi l'EP...sei prima diventato famoso, e poi hai fatto uscire l'album. Ti sei preso il tuo tempo, al contrario della fretta che regna nell'industria musicale di oggi. Come ci sei riuscito, come è possibile prendersi il proprio tempo e fare ciò che si vuole quando si vuole?
TW. Credo di essere stato molto fortunato, perché la mia etichetta in UK mi ha dato il tempo di realizzare l'album come volevo realizzarlo, e non tutti gli artisti hanno questa opportunità. Ho preso il tempo che mi serviva per scrivere ciò che volevo scrivere.

 
NG. Sei ispirato dalla tua vita e dalla vita delle persone che conosci o di cui leggi, la maggioranza delle tue canzoni parlano di storie vere, qualcosa che è successo a te o ai tuoi amici. Scrivi solo di ciò che ti è capitato o anche di ciò che non hai vissuto in prima persona?
TW. Si, certo: scrivo anche di ciò che succede ai miei amici e alla mia famiglia, loro mi raccontano le loro storie e io uso quelle storie per scrivere. Non è sempre e solo qualcosa che mi riguarda, ma scrivo anche di cose che non mi colpiscono personalmente.

 
NG. Ho letto un'intervista di un paio di anni fa su Rolling Stone Italia e parlavi di questo album quando ancora era in divenire, e dicevi che volevi parlare di politica e meno cose personali, più argomenti sociali e di attualità. Hai trovato l'ispirazione in questi anni?
TW. Si, l'album parla di cose che succedono ultimamente: soprattutto il brano “Dominoes” parla dell'attuale situazione di instabilità. In UK ormai si parla costantemente della Brexit in TV, cosa che mi deprime parecchio. Non parliamo mai di storie con un finale positivo, di cuccioli che vengono salvati. Tutto sta andando a rotoli, in rovina, e dovremmo essere seriamente spaventati.

 
NG. L'ultimo singolo uscito, invece, è quello in cui duetti con Zara Larsson, e si intitola “Now You're Gone”. Ho visto il video ed è bello tosto.
TW. Si, è daveto tosto. E' divertente, perché non mi aspettavo che avesse un messaggio così potente dopo aver sentito il lavoro alla voce. Ho passato un sacco di tempo con Zara, ed è una persona adorabile, ha deciso che avrebbe collaborato dopo aver sentito la musica. E' incredibile, una grande performer, e sono davvero felice di averla nel mio primo album.



NG. Personalmente credo tu sia un grande artista perché ti posizioni fra pop, soul e folk e ti trovi a tuo agio in ogni forma musicale, e credo ci voglia un grande talento per essere così fluidi senza perdersi.

TW. Oh grazie davvero! Si, la voce suona molto personale e non cambia mai, è la costante che ti trascina attraverso l'album. Anche il songwriting ha lo stesso stile ma allo stesso tempo per me è molto noioso fare le stesse cose e ripetersi, mi piace andare oltre i limiti.

 
NG. Ho letto che hai detto che ci sono stati momenti in cui ti sentivi in cima al mondo e pensavi di perderti, e sentivi il bisogno di tornare a casa, stare con tua madre e la tua famiglia perché quell'ambiente ti stava tentando troppo.
TW. Si soprattutto all'inizio ci sono stati dei momenti in cui mi ero lasciato trasportare da tutto quello che mi stava succedendo e ho avuto il bisogno di tornare in un ambiente confortevole.
Ora i miei parenti vivono a Manchester, non più in Scozia, ma credo che ogni tanto sia un bene poter lasciare tutto e riprendersi un attimo. Adoro esibirmi ma non è esattamente normale, quindi fa bene fare cose normali che ti facciano sentire una persona normale per un paio di giorno.

 
NG. Cos'è la musica per te in 3 parole?
TW. Sollievo, per me. Qualcosa che amo fare.

 
NG. Pensando al tuo passato: tre dischi che non possono mancare nella tua collezione.
TW. Back in black degli AC/DC, Continuum di John Mayer e Whatever people say I am, that's what I'm not degli Arctic Monkey.

Intervista e foto a cura di Luigi Rizzo.

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