Nightguide intervista Piotta

Nightguide intervista Piotta

"Ma la vita" è il titolo del secondo estratto da "Interno 7", l'ultimo album pubblicato da Piotta lo scorso settembre. Un brano emozionale che richiama le atmosfere presenti in tutto l'album, un arpeggio di chitarra acustica si mescola con i beat e gli accenti del rap, sottolineando la narrazione di Piotta, tra sentimenti universali e introspezione personale che si possono sintetizzare nella parola "cantautorap".
Lo sguardo del regista Glauco Citati (recente vincitore del Roma Videoclip Festival) torna sui luoghi del precedente videoclip "Solo per noi", primo estratto da "Interno 7", perché sono di nuovo la provincia e il mare a fare da sfondo alla storia raccontata da Tommaso. Il lungomare d'inverno di Tortoreto Lido in provincia di Teramo, burrascosa metafora della storia sentimentale dei due protagonisti, al tramonto del loro viaggio. Un amore sospeso e in bilico, come il finale del video. I due protagonisti sono la giovane attrice torinese Gaia Messerklinger e l'attore abruzzese Marco Cassini.
Il brano sarà distribuito da A1/LaGrandeOnda su Sportify anche in versione EP, con tre remix firmati da Dr Wesh, Swan e Ateru, producer della nuova scena urbana/rap italiana.
In occasione del nuovo singolo, Piotta annuncia anche le nuove date di "Interno 7 Tour" che lo vedranno protagonista sui palchi delle città italiane a partire da Milano il prossimo 13 aprile.

Ecco le prime date:
sabato 13 aprile - Milano - SPA Leoncavallo
venerdì 19 aprile - Torino - CSA Murazzi
giovedì 25 aprile - Fornacette (PI) - Festa del 25 aprile 
mercoledì 1 maggio - Poetto      (CA) - Festa del 1 maggio           
domenica 19 maggio - Bassano del Grappa (VI) - Ama Sea Shepherd Music For The Ocean
domenica 2 giugno - Tolentino (MC) - Strike Up Festival
sabato 22 giugno - La Spezia - Palco della Musica Giardini Pubblici
sabato 29 giugno - Nomi (TN) - Nomi on the Rock           
domenica 14 luglio - Fiorano Modenese (MO) - Fiorachella Festival 
giovedì 18 luglio - Inveruno (MI) - Rockantina  
sabato 24 agosto - Pordenone - Festa in Piassa     

Proprio in questi giorni ha concesso a noi di Nightguide per parlare un po' di passato, presente e futuro, ribadendo la sua linea da rapper “duro e crudo” con un pizzico di nostaligia.

Nightguide. Piotta in Italia è un nome che non ha bisogno certo di presentazioni. Una carriera strepitosa iniziata a metà degli anni '90 e consacrata agli albori del nuovo millennio. Quindi si può dire che il tuo successo è coetaneo di quei “millenials” che in questi anni hanno portato il rap, e tutti i vari generi ad esso collegati, a spazzare via rock e pop classico dalle classifiche. Te lo saresti mai immaginato 20 anni fa che gli artisti rap sarebbero stati i re incontrastati delle classifiche italiane?
Piotta. Ho sempre pensato e creduto nell'esplosione dell'hip hop in Italia. Pensavo anche che avrebbe elevato il livello, soprattutto a livello di testi. Metricamente e come approccio alla scrittura lo ha fatto, introducendo linguaggi nuovi ed un nuovo quotidiano, purtroppo - per la legge dei grandi numeri - si registrano anche grosse cadute di stile e di contenuti.

NG. In questi mesi ci sono stati altri grandi ritorni sulle scene di rapper della vecchia guardia come i Colle Der Fomento, i Cor Veleno e altri. Tutta la vostra generazione (che tra parentesi è la mia) è nata artisticamente con la consapevolezza di scrivere canzoni per una ristretta nicchia di. Come ci si trova ora di fronte ad un “popolo” di giovanissimi che considera il rap un genere di tendenza? Secondo te riuscirebbero a capire cosa spingeva i ragazzini di vent'anni fa ad ascoltare il Piotta piuttosto che i Take That?
Piotta. Secondo me l'idea del rap e dell'hip hop come alternativa al mainstream non possono capirla del tutto. Oggi, all'interno della stessa scena, convivono artisti per tutti con artisti per molti, e non è la stessa cosa. La massificazione dell'hip hop ha creato dei mostri, vedi il discorso di alcuni rapper di destra o addirittura estrema destra. Giovane mc di destra, l'hip hop lo hanno inventato gli afroamericani, o sei bipolare o mi sa che ti sfugge la Storia.

NG. Il tuo album parla di ricordi e di un periodo che non c'è più, i tuoi anni '90 degli esordi, e ho trovato appropriato vedere cosa dicevi in quel periodo li. Confermo che hai mantenuto una coerenza e un'integrità artistica impeccabili. Nel 1999 affermavi:

Per me e per la mia crew, coatto significa semplicemente essere uno che fa rap in maniera dura e senza tener conto di certe regole del mercato discografico. Noi non nasciamo come gli infallibili progetti delle major, ma cresciamo giorno per giorno con i nostri concerti.” Cosa ne pensi ora alla luce dei ventanni che sono passati e di quello che è adesso il rap?
Piotta. Ripeterei quello che ho detto 20 anni fa parola per parola. Credo che anche allora l'aggettivo “duro” stava per originale, fresco, spontaneo, sincero, nudo e crudo appunto. Lo facevo allora e lo faccio tutt'ora, con tutta la crescita compositiva, canora, umana che c'è stata in questi anni. Bisogna sempre guardare avanti, anzi... Troppo avanti.

NG. Un'altra cosa che mi ha divertito molto è stato leggere le critiche che allora ti venivano mosse da grossi nomi della musica italiana perché rimaneggiavi i loro brani in chiave rap (l'unico ad averti fatto apertamente i complimenti, se non sbaglio fu Celentano). Come ripensi a quegli episodi?
Piotta. Ai complimenti di Adriano aggiungerei quelli del compianto Lucio Dalla e di Franco Battiato, non poco. Poi ci furono anche quelli di Califano, all'inizio non capì poi diventammo amici. Un periodo pieno di scoperte quello, peccato non aver duettato con alcuni di loro. Si pensa sempre che le cose si potranno fare, ma a volte il tempo passa e non è possibile. Che poi è uno dei temi del concept album Interno 7.

NG. E' uscito il tuo secondo singolo “Ma la vita”, estratto dal tuo ultimo album, “Interno 7”. Già a settembre avevi lasciato trapelare in qualche intervista che questo sarebbe stato con molta probabilità il secondo single, e così è stato. Raccontaci un po' della genesi di questo brano, come è nato?
Piotta. È un brano scritto nel periodo che va dal precedente Odio gli indifferenti a questo ultimo lavoro. E' un brano che, sebbene possa e a quanto pare piaccia a molte persone di diversa età,  analizza un percorso di vita già piuttosto lungo. Un percorso che, come ogni vita, è fatto di alti e di bassi, di rose e di spine, di vita e malavita, che poi è una sola nella sua gloria e magia. Con questa canzone cerco di renderle onore senza scappare mai, né davanti al magnifico né davanti al brutto.

Piotta - Ma la vita


NG. Nonostante i tuoi esordi che recitavano un'origine “cafona”, tu sei sempre stato un vero e proprio intellettuale: hai fatto il presentatore, hai scritto libri, colonne sonore, spettacoli teatrali, non si contano le collaborazioni e i progetti che hai portato avanti. E tutto sempre senza attirare l'attenzione mediatica. Posso sinceramente chiederti perché? Non pensi che a volte sarebbe bello anche che si pubblicizzassero modi di lavori virtuosi come il tuo? O forse si rimane virtuosi solo sottraendosi ai riflettori?

Piotta. Per come va la Storia, ed i social mi pare amplifichino tutto ciò,  è la seconda che hai detto. Bisogna concentrarsi sull'arte, non sul gossip. Sulle emozioni, non sull'outfit. Ma siamo in tanti così, penso per esempio a Michele (Caparezza), al Colle o a Daniele Silvestri, per citare rapper e cantautori.

NG. Dopo vent'anni cosa rappresenta per te la Musica in 3 parole? Sarebbero le stesse che avresti detto 20 anni fa?
Piotta. La Mia Vita.

NG. Sappiamo che sono state già annunciato delle date estive. Non è presente nessuno dei festival mainstream.
Piotta. Per me suonare al Leoncavallo, ai Murazzi, al 25 Aprile, al Primo Maggio, alla Festa di Sea Shepard è una cosa bellissima. Sono quelle location e quelle date che rappresentano un certo modo di intendere la Storia, passata e futura.

NG. Ultima domanda che faccio a tutti: pensando a tutto il tuo percorso quali sono i 3 album che mai potrebbero mancare nella tua collezione e perché?
Piotta. Non ne ho solo 3, davvero non riesco con le migliaia di dischi che ho. Riesco a malapena a farlo con i miei, e ti direi La Grande Onda, Nemici e l'ultimo Interno 7.

Intervista a cura di Luigi Rizzo.
Foto copertina di Matteo Damiani.

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