Roma o Milano.. chi si diverte di più?

Roma o Milano.. chi si diverte di più?

  • 09/09/2004 |

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Più competitivi, tecnologici e attratti dai giochi da tavolo i meneghini. Più gaudenti, inventivi e festaioli i capitolini. Una ricerca svela il volto ludico di due grandi città. Mentre tra mozzarella bar e locali ispirati al paleolitico, jam session casalinghe e megaraduni notturni, incontri di Risiko e party a tema, i presenzialisti celebrano il rientro settembrino.
I festaioli più sfrenati, alla ripresa d'autunno, difficilmente si lasceranno sfuggire le nuove tendenze modaiole. Sono loro i protagonisti dell'eterna sfida del divertimento Roma-Milano che si gioca, in settembre, tra i tavoli dei Neandertal bar o dei bar glaciali, ispirati al paleolitico-tribale. Come il Blue river di Roma, che riproduce le grotte di Frasassi, e il milanese Ice bar che, a fine settembre, aprirà in piazza Gerusalemme, con temperatura fissa di 5 gradi sotto zero e clienti masochisti forniti di guanti e coperte termiche, sul modello dell'hotel di ghiaccio svedese di Jukkasjarvi. Forse per l'impatto del cinematografico The day after tomorrow riparte addirittura dall'età della pietra l'antagonismo tra la capitale e il capoluogo lombardo. Non una banale questione di primato mondano, considerando la terribile serietà dell'affaire ludico e i suoi corollari socio-economici. Tanto che il quesito: «Ci si diverte più a Roma o a Milano?» è stato appena rilanciato dall'indagine sfornata dalla Lexis Ricerche per il ventesimo anniversario del gioco da tavolo Trivial. Dall'indagine risulta che tra i milanesi prevale l'aspetto più competitivo del gioco, mentre i romani amano il divertimento fine a se stesso.
Panorama ha allargato la disputa esaminando anche i frizzi e i lazzi salottieri e le novità dei riti social. Quelli, tra il Duomo e il Cupolone dei ricreativi intimisti che stanno per spostare in salotto cene, tornei di carte, giochini di società e sfide internettiane vacanziere. E quelli dei cultural-gaudenti pronti a godersi gli show della coda estiva. Come la seconda edizione della Notte bianca che il 18 settembre, a Roma, proporrà fino all'alba (l'anno scorso finì con un desolante black-out) una no-stop di spettacoli e concerti. La prima certezza è la seguente: se il mese di settembre segna l'inizio della nuova stagione lavorativa, il rientro in città è ben lontano dall'intaccare una sana voglia di prolungare a oltranza il divertimento vacanziero. Dalla Camera il deputato diessino Franco Grillini, che da bolognese si definisce «un gran sbordellone», fa sapere di essere pronto a tuffarsi nelle notti disco-gay del Muccassassina e a giocare a bestia, «versione trash della briscola». Nicola Savino, conduttore cult della milanese Radio Deejay, costretto a divertirsi fuori casa «perché la mia vicina è un'ottantenne che strepita a ogni spostamento di sedie», ha già un gaudente piano di battaglia: l'aperitivo allo Smooth, in zona Fiera, «che ha i tavoli fuori fino a fine settembre», puntate notturne al triangolo delle discoteche, nella zona di corso Como; e, soprattutto, accanite partite di tennis alla console casalinga di Rocco Tanica, il tastierista di Elio e le storie tese: «Vado via con le mani spellate, ma vince sempre lui».
Nella capitale l'altro conduttore Pierluigi Diaco sta per far ripartire le serate nel suo loft al quartiere San Lorenzo, tradizionale ritrovo di artisti: «La mia casa è un laboratorio di idee dove si guarda videoarte e si ascoltano le improvvisazioni musicali dei miei amici Sergio Cammariere e Morgan dei Blue Vertigo». Pare che si diletti, alla chitarra, perfino Diaco, con repertorio eclettico, «da Fabrizio De Andrè ai Radiohead». Si scalda i muscoli anche Guglielmo Giovanelli Marconi, che, ormai più mondano di suo padre Carlo, detta la linea: «Per un party ben riuscito bastano due ingredienti: un barman doc e un dress code azzeccato». Lo sa bene la giovanissima Margherita Missoni che confessa il suo debole per le feste a tema, «come quella divina, gangster e prostitute anni Venti, dove ho spiazzato tutti travestendomi da boss». Un maestro del settore è il giovane gallerista milanese Niccolò Cardi che nel suo appartamento al quadrilatero della moda di feste a tema ne organizza parecchie. L'ultima, a sfondo molto sexy, era ispirata alla linea di intimo Agent provocateur. «Oltre al tema giusto è importante mixare ambienti e generazioni» chiarisce Cardi, molto fiero dell'ultimo party con Eleonora e Barbara Berlusconi, lo stilista Roberto Cavalli con la figlia Rachele ed Eros Ramazzotti.
Tra il Duomo e il Cupolone si è anche aperta una gara di nuovi locali e tendenze: Milano schiera il Caveau, wine bar alternativo sotto il teatro Out-off; Roma il mozzarella bar Obikà che fa il verso (e ne ricalca lo stile hi-tech) ai sushi bar e propone latticini in tutte le declinazioni vicino al Parlamento. I pierre dettano la linea: Flaminia Orsini, che si aggiorna tra Goa, Bali, Londra e New York, è convinta che nella capitale quest'anno si debba un po' voltare pagina: «Basta con i party caciaroni pieni di gente dove i protagonisti sono soprattutto tartine e flûte di champagne. Bisogna guardare all'essenza di spettacoli e musica» teorizza, lanciando il divertimento prolungato, dall'alba al tramonto con dj internazionali. Una nuova linea adottata, ogni domenica, anche dal modaiolo Supperclub che, racconta il manager Maurizio Mottola, proporrà anche «serate concept», mescolando ad arte artisti, musicisti, videomaker «e chef da tutto il mondo». A Milano Mattia Visconti, pierre del Tocqueville, sostiene che la gente non si emoziona più davanti ai soliti vip in pista: «Ormai punto soprattutto sulla qualità della musica». Mentre il pierre Antonio Gallo fa notare che il vero divertimento milanese adesso si concentra non nelle serate oceaniche, ma nei bar esclusivi dei grandi alberghi, come il nuovo Bulgari hotel, o nei privé come quello di Armani in via Manzoni, dove si entra solo con una delle 400 ambitissime tessere. Chi può spendere 15 mila euro per un lussuosissimo party affitta invece la suite del Principe di Savoia, con vista mozzafiato e piscina coperta.
Ma insomma, ci si diverte più a Roma o a Milano? Roberto Piccinelli, che a fine settembre manderà in libreria l'ottava edizione della sua Guida al piacere e al divertimento, da modenese super partes fa notare un calo d'inventiva meneghina: «La capitale non si limita ad aprire nuovi locali, ha idee più nuove». Come la tre giorni dedicata alla storia della musica house, con dj internazionali dal 24 al 26 settembre in una spiazzante location, le ex Officine di via Tiburtina. Il sociologo Giampaolo Fabris, milanese, ricorda il fattore climatico che nelle terrazze romane consente «momenti di socialità fino ad autunno inoltrato». Ma sottolinea la supremazia milanese nel divertimento tecnologico, «con l'8 per cento di home theatre in più rispetto alla capitale» e la nordica mania per sfide online di scacchi, dama e backgammon.
Basta per decretare che i milanesi si divertono in casa e i romani fuori? Dipende: non per niente, se il mondanissimo figlio d'arte di An Geronimo La Russa a Milano non rinuncia a spietate sfide a Risiko contro l'amico diessino Filippo Scognamiglio («Lui con i carri armati rossi, io neri»), nella capitale la stilista Lavinia Biagiotti punta su un divertimento mondan-intimistico, partite casalinghe di carte a Machiavelli e al gioco di società Tabù da una parte, uscite al Supperclub dall'altra. Mentre le serate più ambite, a Roma, sono quelle del press agent Enrico Lucherini: gli ospiti giocano alla «camiciaia» con due squadre che, partendo dalle iniziali ricamate sulle camicie, si sfidano a elencare nomi e cognomi di personaggi celebri. Il più bravo? Naturalmente Lucherini.
(hanno collaborato Benedetta Lignani Marchesani, Alberto Selvaggi e Simonetta Trovato)
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