Mi è successo qualche notte fa dopo aver letto qualche pagina di un libro di Paulo Coelho sotto un cielo fitto fitto di stelle cadenti.
Come adolescenti che fanno il gioco delle lettere con le linguette delle lattine di coca-cola qualcuno,tra noi un po' più grandicelli,nel vedere una di quelle stelle cadere in una notte d'estate,esprime un desiderio;desiderio il più delle volte irrealizzabile che una povera cometa già stanca per i milioni di km di viaggio non può certo esaudire (d'altronde quella fa la cometa mica c'ha un'agenzia matrimoniale o sta in parlamento).
La colpa non è mica loro:per pochi secondi che le vediamo chiediamo le cose più assurde...dovremmo imparare ad accontentarci di desideri più economici,semmai senza star lì a chiedere e chiedere,e allora qualcosa son sicuro che la potrebbero fare;a me l'altra notte è successo che una stella cadente che manco ho visto mi ha regalato un'idea,un pensiero,una visione delle cose da un'altra prospettiva...ed è stato uno dei più bei doni che io abbia ricevuto di qui a due anni.
Uscite di casa,andate tra i vostri amici e conoscenti e iniziate a parlare di Bari e la sua gente:sarete sommersi dai soliti discorsi sulle solite facce i soliti posti le solite serate...la gente se la tira la gente è chiusa la gente è cattiva la gente è fighetta la gente è cheguevara la gente qua e la gente là...il risultato sarà un'apoteosi del lamento,un'apologia del malessere.
Adesso sedetevi e respirate profondamente prima di continuare a leggere perchè vi riferisco io una cosa che mi ha detto la stella,e quella ha viaggiato ne ha visti di posti quindi c'è da fidarsi:il problema di Bari (ma forse un po' di ovunque) è che LA GENTE HA PAURA.
La paura di essere giudicato,di non piacere,di non essere amato,di non saper dire di no,d'essere inculato da un amico,la paura di puzzare,della solitudine,di fare un errore,di partire,di tornare,d'ingrassare,di lasciarsi andare,la paura che ti ridano in faccia,che ti scappi un rutto,che ti prendano in giro in pubblico,di tornare dalle vacanze a mani vuote,di essere vestito male,di stare vivendo invano,di non avere niente da fare,di essere antipatico,di non saper far ridere,di annoiare la gente,la paura di gridare,di piangere,di essere omosessuale,di ciò che dicono gli altri,di essere sgridato,di perdere la memoria l'intelligenza la vista l'udito,di beccarsi l'aids,la paura di essere tradito,di essere rifiutato,di essere abbandonato,di non farcela,di durare poco a letto,di rivolgere la parola a qualcuno e che questo si giri dall'altra parte,di incontrarlo/a dopo anni e che lui o lei non ti riconoscano neppure,la paura del successo,di arrossire,di svenire,di avere le mani sudate,di essere un cretino,di una colica,di non trovare lavoro,di essere dimenticato,di prendere il palo,la paura di fumare,di bere,di drogarsi,di ammalarsi,di farsi del male,la paura che qualcuno ti veda mentre caghi,mentre pisci,la paura dei sogni,dell'insonnia,di avere il pisello troppo corto,di avere le tette troppo piccole,di diventare pelato,la paura degli sconosciuti,dei delinquenti,dei pazzi,dei salti nell'ignoto,e infine la paura più grande e insormontabile: LA PAURA D'AVERE PAURA.
Riscorrete lentamente l'elenco...lo so:fa male...e ora pensate un attimo se dietro a una persona a cui piacete e che poi quando la incontrate “se la tira” c'è presunzione e ignoranza o solo una semplice,umanissima timidezza,timore d'essere respinta...domandatevi se una sconosciuta a cui rivolgete una frase scherzosa che vi guarda stizzita lo fa solo per chiusura mentale o per paura che siate degli schizzati cozzali o che comunque vogliate provarci...riflettete su quante volte una vostra azione (o azione mancata) dovuta a un timore un'incertezza è stata fraintesa e la gente ha pensato di voi che ve la tirate...chiedetevi se sotto la pelle di chi non fa altro che posare e criticare non ci sia un intimo negato bisogno di venir accettati per come si è...forse forse al di là di tutta questa spinta verso l'omologazione e il conformismo c'è una gran voglia di essere parte di qualcosa,un gruppo una classe sociale,di sentirsi a posto,di venir riconosciuti e non esclusi.
Trincee,trincee da cui si spara per difendere quel che si ha,quel che si è,le proprie paure...ti fai vedere in giro vestito diverso dagli altri?e io ti sparo...vai in panda al plus 52 o in ferrari alla taverna del maltese?una sventagliata di mitra e non se ne parla più...hai una vita sessuale dinamica e con più partner?pum pum pum pum...fai un bel po' di casino per strada coi tuoi amici mezzi ubriachi?un colpo in fronte e via...cerchi di esprimere la tua creatività,il tuo estro,la tua fantasia la tua arte?aspetta che prendo la mira...
E all'80% in trincea non ci sei perché te la tiri o perché sei chiuso di cervello,ma perché hai paura,paura di accettare le tue umanissime paure e uscire da quel buco nella terra...c'hai timidamente provato qualche volta e per poco non ti crivellavano...ma certo che ne hai di voglia di venir fuori di lì così come sei,gettare elmetto e fucile e andare incontro a quel tipo che sta dall'altra parte,con la tua voglia di vivere ed essere te stesso,con i tuoi sentimenti le tue emozioni i tuoi anni...
E allora?allora ripartiamo da zero,smettiamo tutti di credere alla verità di comodo che gli altri se la tirano (chissà perché sono SEMPRE gli ALTRI quelli che se la tirano e NOI MAI) sono chiusi gretti meschini arrivisti,e ammettiamo una verità che può solo farci crescere:prendiamo uno specchio mettiamocelo davanti e per una volta al posto di guardarci i capelli o la minigonna guardiamoci negli occhi e diciamo:”io ho paura”.
“Io ho paura”.dura da sopportare eh?ancora un respiro,poi di nuovo:”io ho paura”...provoca quasi dolore fisico...”io ho paura”...va già meglio...”io ho paura”...da qualche parte arriva un inaspettato senso di liberazione...”io ho paura”...si inizia a crescere davvero...
Non so se la stella dell'altro giorno ha detto giusto o mi ha voluto prendere un po' per il culo...nella prima ipotesi vi suggerisco di leggere “Alcatraz” di Diego Cugia e POI la trilogia di Paulo Coelho:potrebbero essere la fine e il nuovo inizio di una parte di voi.
In caso contrario,saranno una pesante parentesi tra il libro di Fabio Volo e la raccolta delle barzellette su Francesco Totti.
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