“DO DI MATTO” è il nuovo disco in chiave rock del cantante napoletano Fabrizio Borghese
In esso sonorità anni '70 sono alternate all'asprezza melodica del grunge anni 90 per un album dall'animo romantico e graffiante allo stesso tempo.
“Do di matto” affonda le proprie radici nel blues, nella psichedelia anni '70, nel progressive inglese e nel più recente mondo grunge. Non mancano riferimenti a band quali Led Zeppelin, Deep Purple e alle suite rock italiane i di gruppi quali BMS e PFM. I temi toccati ruotano intorno al concetto di amore analizzato in tutte le sue possibili dinamiche evolutive.
Lo abbiamo intervistato.
 
Ciao Fabrizio, che disco è il tuo “DO DI MATTO”?
Un disco introspettivo che raccoglie vari momenti della mia ispirazione. E' un disco che riflette una identità tormentata. 
 
Come nasce il connubio tra sonorità anni '70 e grunge anni 90?
Dalle band che ascoltavo nell'adolescenza e che tutt'ora ascolto...
 
Le tue band di riferimento?
Sicuramente Pink Floyd, Led Zeppelin, Deep Purple, e il progressive rock Anni 70 inglese. 
 
La prima traccia è Identità: quanto è importante questo concetto nella tua composizione?
E' fondamentale poiché tutto deriva da ciò che sono e ciò che si fa e ciò che si è...
 
Hai anche pubblicato una raccolta di poesie, “DI' NOTTE”: sei poeta anche nelle tue canzoni?
L'approccio che ho con le poesie è diverso dall'approccio che ho con la musica, comunque quando si è poeta lo si è sempre in tutte le proprie sfaccettature...
 
Che ne pensi dei talent?
Che sono una moda deleteria per la musica che purtroppo dilaga ed ha sempre più successo...
 
Prossimi progetti?
Cercare di promuovere live il mio disco