Vale & The Varlet – Believer

Vale & The Varlet – Believer

E' uscito il 2 febbraio Believer, l'album d'esordio di Vale & The Varlet, il duo composto da Valeria Sturba e Valentina Paggio.
Le due musiciste, in questo progetto, hanno giocato e si sono messe in gioco con strumenti, suoni, idee e visioni, forti dell'amicizia che le lega e di un sodalizio artistico vincente. Un album autoprodotto che racchiude la coesistenza di serenità e tormento di ogni individuo in un flusso che non può essere arrestato.
 
Nightguide ha intervistato Vale & The Varlet per scoprire qualcosa di più su Believer e sulla sua creazione e per conoscere più da vicino queste due interessantissime artiste...
 
NG: Valeria e Valentina, il vostro primo album, Believer, è uscito pochi giorni fa: raccontateci come è nato e quali sono le tematiche che affrontate...
Believer è nato per puro caso, in una camera da letto, anzi in due camere, perché durante le registrazioni c'è stato un trasloco.
Quando ci siamo conosciute abbiamo capito subito che sarebbe iniziato qualcosa, un'avventura che potevamo scoprire solo andando avanti e che volevamo catturare nel momento stesso in cui accadeva.
Alienazione, morte, amore, dolcezza, capricci e tormenti; tutto questo è racchiuso in Believer. E non solo nell'album, ma anche nella parola stessa. Credente. In cosa? In qualsiasi cosa. Senza una fede non si va da nessuna parte. Non si parla di fede religiosa, ma di ciò che ci spinge a tratti all'iperconservazione, a tratti all'autodistruzione.
 
NG: Questo album è stato autoprodotto e immagino abbia richiesto una particolare cura nei dettagli e un lavoro minuzioso. Che cosa vi è piaciuto di più di questo percorso e quali sono stati gli ostacoli che avete incontrato?
Valeria: Ci siamo divertite molto a registrare suoni e voci, a provare, scegliere, scartare... Alcuni brani sono nati alla velocità della luce, altri li abbiamo registrati e poi cambiati, stravolti, rivisti. Senza limiti e senza scadenze rigide. Il disco successivamente è stato impreziosito dal passaggio in due studi fantastici: Il CosaBeat di Franco Naddei per il missaggio, e La Maestà di Giovanni Versari per il master.
Valentina: Una delle cose più belle era la faccia che faceva Valeria quando c'era aria di improvvisazione. Non diceva nulla, lo capivi dal suo viso che assume un'espressione inconfondibile, ce l'ha anche adesso durante i live, un guizzo di felicità un po' malandrina che le attraversa il volto e via, capisci che si partirà per l'ignoto.
Non ci sono stati veri e propri ostacoli quanto cose che vieni a conoscere e che prima non sapevi. A partire da come mettere insieme nuove idee fino ad arrivare a come si sta sul palco, a dover sbrigare tutte le pratiche burocratiche, che sono lunghe e noiose, a come relazionarsi con le persone con cui lavori.  E' stato ed è ancora un percorso di crescita che non avrà mai fine. Ed è proprio questo il bello.
 
NG: Vi siete conosciute per la prima volta a Bologna, in un'aula della scuola Ivan Illich. Com'è nato questo sodalizio e come descrivereste il vostro rapporto?
Valeria: È nato grazie a un seminario condotto da Fabrizio Puglisi, su improvvisazione, conduction e partiture grafiche e ad un bicchiere di troppo che ci ha sciolto le lingue.
Valentina: Qualche giorno dopo la chiamai perchè avevo un concerto e il  chitarrista con cui suonavo era andato a Berlino all' improvviso. Ero disperata. Le inviai i pezzi, mi rispose che le sembravano bellissimi ed abbiamo fatto le prime prove. Fu lei a spronarmi perchè suonassi il pianoforte dal vivo, non lo facevo per paura di sbagliare. Senza di lei credo non avrei mai trovato il coraggio. Il nostro rapporto è un'intenso mix di pepperepé e papparapà.
 
NG: Qual era il vostro sogno nel cassetto da piccole? Che cosa avreste voluto diventare?
Valeria: La prima volta che mi chiesero cosa avrei voluto fare da grande, avevo pochi anni e suonavo già, rimasi talmente spiazzata che risposi "la pittrice". Chissà perché. Credo di aver sparato a caso, perché non ho mai avuto un gran talento nel disegno. Però boh! Magari era davvero un mio sogno nel cassetto.
Valentina: Io mi ero intestardita che mi sarei trasferita in montagna per fare l'architetto di baite, con grande orgoglio di mia mamma. Invece ho fatto una scuola di design ed ora suono (con grande dispiacere di mia mamma)
 
NG: Quali sono gli artisti che vi hanno maggiormente influenzate nel vostro percorso artistico e come vi siete avvicinate alla musica?
Valeria: Io ho seguito un percorso classico, studiando violino al conservatorio, ma la vera passione per la musica l'ho scoperta ascoltando il rock e le canzoni d'autore. Sono cresciuta a Pink Floyd e Guccini, Bowie e Ivan Graziani. E mille altri...
Valentina: Nel 2008 ho visto per la prima volta Joanna Newsom a Ravenna e sono svenuta. Non avevo mai né visto né sentito una cosa simile. Non la conoscevo, andai con un' amica. Sono tornata a casa frastornata. Mi ha smosso a tal punto che ho ascoltato i suoi dischi per mesi interi, continuo negli anni e credo di aver visto tutti i suoi video live, quando è in Italia non mi perdo mai un concerto. Me ne sono letteralmente innamorata nonostante sia lontana da me anni luce. Questa è la prova che l'amore è cieco. Ascolto tanta musica ma è stata lei la spinta per le prime composizioni.
 
NG: Se foste un album, che album sareste?
Valeria: Mi piacerebbe essere il cofanetto del live all'Odeon Hammersmith di Bowie del 1973. Letteralmente, vorrei proprio essere quel cofanetto.
Valentina: Ummagumma
 
NG: L'ispirazione di un artista mi ha sempre affascinata, quindi sono curiosa: come nasce una vostra canzone? Che cosa vi ispira?
La maggior parte dei pezzi composti insieme nascono da improvvisazioni che trasformiamo in canzoni. Quando le incidiamo però non resistiamo e alla fine ci inseriamo un'improvvisazione. E' una dipendenza, quando entri nel tunnel non ne esci più. Ci  ispirano i fiori, gli estintori, le lucciole e i colori, le filastrocche, i loop, il rap, il beat-boxing, le ossessioni della gente normale, la voglia di serietà dei matti e l'odore di fumo di caminetto la mattina.
 
NG: Quali progetti vi aspettano in questo nuovo anno?
Abbiamo già tante altre canzoni nel cassetto, ma per ora ci stiamo concentrando sui live. Il tour è iniziato il 7 febbraio a Ferrara e ora gireremo un po' in tutt'Italia. Non escludiamo di dirigere in futuro un' orchestra di flauti delle medie.
 
 
A cura di Valentina Colombo

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